FACCIA DI BRONZO

 

Ha corso sereno. In pieno controllo della situazione. Quando parti così, difficile non mostrare quanto vali. E se vali tanto, prima o poi arriva il grande risultato. Nel mentre che Dario Guidi correva i Tricolore su strada allievi di Dalmine, il resto della compagnia era in pieno viaggio di avvicinamento. Sapevamo che la gara dovesse più o meno esser finita; comunque i risultati tardavano a comparire. Ci ha pensato Saverio Marconi a sciogliere la tensione: una telefonata che ha fatto esplodere di gioia il pulmino. Dario è di bronzo! Comunque vada ora, la trasferta è già un successo. I Campionati toscani di categoria, in concomitanza a Campi Bisenzio, possono essere dimenticati con un sorriso. Il nostro ragazzo mai sopra le righe, fattosi le ossa durante l’inverno (17esimo a Gubbio), muove i passi verso il campione. Abbiamo tutti un po’ da imparare da un atteggiamento che premia la concretezza.

La gara di Dario è filata liscia, con un primo giro (di tre, per 10 km totali) tattico in un gruppettino di quindici, un secondo in cui si scoprivano le carte per la vittoria, e il nostro veleggiava intorno alla sesta posizione, e infine un terzo in cui sul passo faceva filotto degli avversari. Non è servita una grande volata per agguantare un risultato memorabile. Peccato che il cerimoniale di premiazione, meticoloso fino alle categorie master più avanzate, non sia valso per gli allievi. Nemmeno la medaglia era omaggio della FIDAL. Ma spero che i complimenti dei compagni di squadra siano stati di sufficiente consolazione.

La gara assoluta prendeva il via molte ore dopo su una cittadina le cui nuvole minacciose buttavano giù le prime gocce di piogge. Al via sei bianco verdi ma sette livornesi, contato che la promessa (in tutti i sensi) Raffaele Poletti si fregia, benché pontremolese, dei nostri colori, e che a rappresentare le Fiamme Gialle c’erano, con grandi ambizioni, Lorenzo e Samuele Dini. Mirco Dolci e Daniele Conte si allenano in seduta stabile al Martelli assieme a noi e possono dirsi, a pieno titolo, “livornesi ad honorem”. Ci mettiamo poi il veterano Federico Meini, Gianmarco Lazzeri ed Alessio Ristori a completare la formazione.

I colori sociali si perdevano nella calca, più di settecento persone per una serie che riuniva insieme atleti dalla categoria juniores ai 44 anni. Molti di loro, alla fine dello sforzo, non hanno lesinato critiche. Il fatto è che l’organizzazione, attenta ai particolari, ha fallito alcuni punti fra i più importanti. Uno stretto raccordo sul percorso è servito da partenza. La gente ha iniziato ad ammassarvisi addirittura mezz’ora prima del via, e chiunque è rimasto svariati minuti lì fermo sotto la pioggia. Lo sparo è stato dato all’improvviso, quasi per legittimare l’avvio delle prime file che si erano mosse senza un comando. Alcuni tira e molla hanno scosso la pancia del gruppo, noi compresi, prima di iniziare finalmente a muoversi.

I gemelli Dini si trovavano più avanti, ma hanno avuto comunque qualche problema. Alcuni amatori del posto, che avrebbero bivaccato sulla linea di partenza pur di tenere la prima fila, si sono rivelati assai difficili da superare. Non che per questa ragione sia sfumato il podio – troppo distante il monopolio italo-marocchino – ma qualche secondo sicuramente. Arrivano Lorenzo e Samuele nell’ordine, rispettivamente quinto e sesto, entrambi accreditati di 29:17. Il passo di gara è stato comunque eccellente, e non possono che esserne soddisfatti.

 

Più indietro, il filiforme Poletti completava un prodigioso recupero sgusciando fino introno alla centesima posizione. Tutti gli altri hanno avuto problemi nel primo kilometro, tanto da perdere fino ai trenta secondi rispetto agli intertempi successivi. Raffaele difenderà un posto tra i primi cento fino all’arrivo, chiudendo 98esimo 

(84esimo tra gli italiani, 14esima promessa) con un ottimo 32:21. Meno fortunato Ristori, che archiviato un passaggio da defaticamento sul mare inizia a correre come si deve, agguantando la 156esima posizione (33:26). Sul serio, non c’è stato kilometro senza qualche sorpasso. Lo stesso copione di Alessio per tutti i bianco verdi in gara.

Lazzeri supera Conte, Meini e Dolci (all’ultimo kilometro) per spendersi nel rettilineo finale in una volata che non faceva vedere dai tempi d’oro: 181esimo con 33:45. Considerato un piccolo risentimento alla milza, superato con efficacia verso la metà, è stata una buona prova. Nessun lieto fine per Federico: il cambio di clima è risultato nei problemi intestinali che lo hanno bloccato verso metà gara, mentre teneva a vista i primi 200. Mirko fa 192esimo (33:57), Daniele è 201esimo (34:04). Con tutta questa gente, riusciamo a finire comunque tutti molto vicini…

Gianmarco Lazzeri

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