LUCI E OMBRE DA PADOVA

 

Sicuramente una trasferta tra le più scoraggianti e demotivanti che ho effettuato, unica eccezione la gare di Marta Giovannini.

Vediamo in ordine.

Alla partenza ricevo una telefonata da Marzio Signorini che mi dice di non poter partire perché l’indomani ci sarebbe stato il funerale dello zio e, combattuto tra il voler venire ugualmente e restare gli ho detto che non era opportuno che venisse, come lui stesso pensava ed ha fatto. Nel viaggio si è trovata una fila in autostrada per incidente, un’ora persa, il freddo era pungente ma l’albergo buono e quindi almeno quello tutto a posto.

Nella prima giornata gareggiavano le donne che avrebbero concluso le loro cinque gare lo stesso sabato. Marta Giaele Giovannini iniziava molto bene con una bella gara sui 60 hs che affrontava per la prima volta con le barriere a 84 cm., tempo finale 9.41 e seconda posizione tra le junior, proseguiva poi con il peso che lanciava a 9.06,  pb, con il nuovo 4 kg., ancora seconda posizione tra le junior e quarta assoluta. Per lei che soffre i lanci è stata una soddisfacente prestazione. Nota dolente, a suo giudizio, il salto in alto dove si sente di poter fare di più ma ogni volta si ferma sotto il suo record, questa volta a 1.50 ed è ben ottava tra le junior; proprio qui dove perde punti e posizioni che, superata la crisi, riprenderà nel lungo e negli 800 rispettivamente con 5.43 mt. e 2.31.68 che gli fruttano il primo posto e l’ottavo posto sempre nella categoria di appartenenza. Risultato finale 3.267  punti e terza assoluta, in previsione degli italiani che si faranno sulla stessa pista e pedane, molto incoraggiante.

Scenda un velo pietoso sulle prestazioni, nella stessa giornata, di Eva Guantini che non è assolutamente in giornata stante alle spalle anche un mese e più di problemi personali, fisici e tecnici. Le sue prestazioni, invalidate dalla non partecipazione agli 800 finali, non ne valeva più la pena, sono le seguenti: 60 hs. -9.86 – la miglior gara; peso 9.42 era da un anno che non scendeva sotto i 10 mt., forse anche le misurazioni non erano proprio giuste, così hanno detto in tante; alto 1.38 quando poteva essere il giorno del pb ad almeno 1.44; lungo, con un deludente 4.38  si chiude qui la triste storia.

Infine Federico Di Napoli che, dopo aver scoperto che erano cambiati i minimi per gli Italiani, ricercava i punti mancanti iniziando benino con un 7.58 sui 60 piani, altrettanto discreto il 9.49 sui 60 hs. con barriere al massimo (1.06) che affrontava per la prima volta in quanto passato promessa e quindi molto vicino al pb con ostacoli a 1 mt.; vicino al suo pb anche nel lungo con 5.97 malgrado rincorse sempre diverse; benino nell’alto dove tentava di eguagliare il pb a 1.77 e lo sfiorava fermandosi a 1.74; nel getto “del peso il peso pesa” per lui così poco “fisicato” e quindi un 7.45 mt. sono proprio pochi ma i 7.260 kg. sono tanti, almeno per ora. Comunque a questo punto il minimo ci stava visto che le cose andavano benino ed era in media ma, nell’asta, il disastro, si aspettava una buona misura, entra a 3 mt. con l’asta più dura e i primi due salti non lo portano neppure di là dall’asticella allora decide (che brutta decisione !!) di tornare all’asta più morbida che lo scaraventa sull’asticella per il terzo nullo. Gara a zero punti e quindi finita l’illusione si ritira non facendo i 1.000 che non aveva più senso fare.

Si torna a casa in anticipo e passata la rabbia si andrà avanti.

F.C.

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